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07
Mar
08

Sogno Democratico

Succede che il PD mi perseguita di notte, o almeno alcuni dei suoi ….

Cosi’ mi ritrovo ad accompagnare Scalfarotto in una campagna elettorale in cui (forse) è addirittura candidato premier. Solo che la campagna elettorale è campagna nel senso letterale del termine, e mi ritrovo a parlare di politica con Ivan camminando su per colline fiorite e sentieri di montagna, vagamente liguri. Il paesaggio è magnifico, pieno di caprette, piante, ruscelli, ma senza assolutamente nessuna persona in vista.
Non c’è assolutamente nessuno con cui parlare o da incontrare, ma questo mi sembra normalissimo, e la natura è gioiosa e ridente, l’aria pulita. Invece mi stupiscono due cose, il fatto che a Ivan non abbiano dato una qualche scorta e che nei campi ci sia – unico segno che l’uomo è passato di lá –  un pannello solare abbandonato, ricoperto anch’esso da fiori. Torno alla macchina di Ivan passando uno stretto pertugio per recuperare la mia reflex e fotografare il pannello fiorito, scandalizzato per lo spreco di energia.

Poi siamo nella mia Lisbona, e accompagno Ivan a Praça do Rossio, in pieno centro,  con una donna che all’inizio è sua moglie, ma poi forse è sua sorella. Accompagno piu’ lei che lui, in realtá, a curiosare tra cianfrusaglie di un negozio oscuro, chiacchierando fitti, mentre  lui, che forse si è stancato, aspetta fuori e si perde tra la gente e la piazza luminosa.

Torno a casa a preparare il pranzo, dove appare a sorpresa Marco Simoni, a Lisbona per il congresso dei socialisti europei. Mi fa molto piacere che sia li e comincio a preparare il pranzo. Dal frigo, mentre parliamo rilassati, tiro fuori un prosciutto, che doveva essere quello vecchio che ho tenuto in frigo una vita, ma in realtá  questo era diventato fresco di nuovo, e poi un’altro prosciutto che era fatto da carne quasi cruda e ricoperto di pepe. Non so bene che cucinare e dico a Marco che improvviso un po’, sperando di non fare male. “a volte dico, cucino benissimo, altre volte no”. “si è vero, hai sempre passato dei periodi cosi'”.  Taglio fette sottilissime del prosciutto col pepe e faccio una specie di carpaccio, che poi peró mischio con altri ingredienti (riso? verdure?) per fare delle pallette che poi forse friggo.

Dalla porta della stanza degli ospiti –  che pero’ a casa mia non c’è – nel frattempo esce un Riccardo da Parigi all’opposto del solito compassato ricercatore universitario. Non solo ostenta di aver appena fatto sesso con una biondona (che canticchia di lá allegra, ma non si vede) ma gira in mutande per la mia cucina con un atteggiamento macho e burino (alla verdone, per intendersi), abbastanza fastidioso, ma stupefacente per la diversitá col Riccardo discreto che conosco. Questo qui parla e straparla, ma non lo ascolto per non distrarmi dalla cucina.

E’ pronto, finalmente, Ivan e sua moglie/sorella  non si vedono e forse non verranno:  l’odore è invitante, e noi tre guardiamo stupefatti queste tre polpette perfettamente circolari, grandi come bocce, faccio per assaggiare ma..

ma mi sveglio un attimo prima, cercando vanamente di ricordare la ricetta…




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